Esistono diverse tipologie di controsoffitto in cartongesso, ognuna adeguabile alle proprie esigenze specifiche. Si tratta di una soluzione che presenta diversi vantaggi, a partire dall’isolamento termoacustico fino ad arrivare a soluzioni estetiche capaci di trasformare la vostra casa in uno spazio ricercato e di design.
Chi installa un controsoffitto in cartongesso nella propria casa lo fa per “nascondere” l’illuminazione al led sovrastante (con faretti o strisce luminose). Esistono, però, due tipologie di controsoffitto: controsoffitto in cartongesso strutturale e controsoffitto in cartongesso non strutturale.
Controsoffitto: strutturale o non strutturale?
Il controsoffitto in cartongesso non strutturale è un controsoffitto realizzato successivamente al soffitto preesistente e, di conseguenza, è rimovibile.
Il controsoffitto in cartongesso strutturale, invece, è inglobato al soffitto preesistente e si declina in tre tipologie: chiuso, aperto o ispezionabile. Il controsoffitto chiuso è realizzato in legno o in gesso e ha un buon potere isolante e ignifugo. Il controsoffitto aperto funge come da protezione per il soffitto preesistente e può servire, come quello non strutturale, a nascondere l’illuminazione. Il controsoffitto ispezionabile è un controsoffitto in gesso solitamente molto resistente.
Controsoffitto in cartongesso: in aderenza, sospeso o autoportante?
Il controsoffitto in cartongesso può essere, infine, di tre tipologie: in aderenza, sospeso o autoportante. Il controsoffitto in aderenza è composto da una struttura metallica fissata al solaio, ha pochissimo spazio tra la lastra in cartongesso e il soffitto preesistente e ha un ottimo potere ignifugo. Il controsoffitto sospeso è composto da elementi in sospensione, solitamente in acciaio, che si appoggiano al cartongesso e lo sospendono al soffitto preesistente. Il controsoffitto autoportante, infine, non si aggancia al soffitto ma alle pareti laterali, grazie profili perimetrali specifici.